Trump 2.0 beneficerà il Vietnam? Dipende da surplus commerciali e populismo
In questo editoriale, Marco Förster parla di come il Vietnam potrebbe trarre vantaggio dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina sotto una seconda presidenza Trump, ma potrebbe rischiare battute d’arresto se le politiche populiste di Trump prendessero di mira le esportazioni vietnamite.
Con il ritorno al potere di Donald Trump, il Vietnam, fiorente centro manifatturiero e partner commerciale di rilievo degli Stati Uniti, potrebbe trarre notevoli benefici dalle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. I piani di Trump di imporre una tariffa del 60% sulle importazioni cinesi renderebbero i centri di produzione alternativi nel sud-est asiatico ancora più attraenti per le imprese, e il Vietnam, con la sua capacità industriale in espansione, è in una posizione privilegiata per continuare ad accogliere queste delocalizzazioni. Tuttavia, se la retorica populista e le politiche protezionistiche di Trump si estendessero fino a colpire le esportazioni vietnamite, in modo simile a come il Messico o l’Unione Europea sono stati inquadrati nella sua retorica elettorale, questa opportunità potrebbe rapidamente svelarsi una vulnerabilità per il Vietnam.
La posizione del Vietnam nel panorama industriale emergente del sud-est asiatico
Nell’ultimo decennio, il Vietnam ha consolidato la sua reputazione manifatturiera, attirando miliardi di IDE (investimenti diretti esteri) da aziende che cercano e hanno trovato alternative alla Cina. In questo periodo, il Vietnam ha avuto il primato delle esportazioni dell’ASEAN e, in particolare, quasi il 40% di tutte le esportazioni dell’ASEAN verso il Nord America proviene dal Vietnam.
Inoltre, non si tratta più solamente di tessuti e calzature, poiché il settore manifatturiero del Vietnam sta rapidamente risalendo la catena del valore. L’industria dei semiconduttori e quella automobilistica sono due aree chiave in cui questo cambiamento appare particolarmente evidente.
Il settore dei semiconduttori offre al Vietnam un percorso particolarmente promettente. In risposta alle restrizioni statunitensi sulla tecnologia cinese, aziende come Samsung e Intel hanno aumentato i loro investimenti in Vietnam, aggiungendo capacità a un settore che si prevede raggiungerà i 100 miliardi di dollari di entrate entro il 2050. Con un forte sostegno governativo e una strategia ben definita, l’industria dei semiconduttori del Vietnam sta assumendo una posizione significativa nella catena di approvvigionamento tecnologico globale.
Troppo coinvolti per essere presi di mira? I legami commerciali di Trump e Musk con il Vietnam
La maggior parte del pubblico vietnamita ha un’opinione favorevole di Trump per la sua dura posizione nei confronti della Cina e Trump sembra apprezzare il Vietnam: non solo si è opposto pubblicamente già negli passati alla guerra del Vietnam, ma ha anche visitato due volte il Paese durante la sua prima presidenza, una volta per il vertice APEC e di nuovo per il vertice Corea del Nord e Stati Uniti del 2019 ad Hanoi. E per di più, perché dovrebbe prendere di mira il Vietnam se lui e i suoi più stretti alleati sono personalmente coinvolti nel Paese?
La visione favorevole di Trump sul Vietnam è più di una semplice retorica: la sua propria organizzazione ha fatto investimenti significativi nel Paese. In collaborazione con la Kinh Bac City Development Holding Corporation (KBC), la Trump Organization ha recentemente firmato un accordo per la costruzione di un complesso da 1,5 miliardi di dollari nella provincia di Hung Yen, nel Vietnam settentrionale. Questo sviluppo comprende un hotel, un lussuoso campo da golf e un’area residenziale, tutti pronti a soddisfare gli standard di fascia alta ed esclusività del marchio Trump. Lo stesso Trump, insieme a suo figlio e vicepresidente esecutivo della Trump Organization, Eric Trump, ha partecipato alla cerimonia di presentazione, sottolineando il suo coinvolgimento diretto e il suo entusiasmo per il Vietnam come mercato redditizio.
Inoltre, la vicinanza di Trump con Elon Musk, importante sostenitore della sua recente campagna elettorale e probabilmente uno dei più stretti consiglieri del Presidente, aggiunge un altro livello i rapporti. SpaceX di Musk sta trasformando il Vietnam in un importante centro produttivo per il progetto Internet satellitare Starlink, con fornitori che stanno trasferendo la produzione da Taiwan alle fabbriche vietnamite per ridurre i rischi geopolitici.
Questi investimenti sottolineano la fiducia di Trump e Musk nel valore strategico del Vietnam, dal turismo alla tecnologia. La posizione del Vietnam come nazione favorita sia da Trump che da Musk potrebbe potenziare il suo ruolo nelle catene di approvvigionamento globali, a condizione che mantenga relazioni commerciali equilibrate ed eviti di attirare critiche populiste.
Il potenziale impatto di Trump sulle relazioni Vietnam-Stati Uniti Relazioni economiche
Il Vietnam è stato particolarmente sensibile nel mantenere relazioni diplomatiche stabili con gli Stati Uniti, culminate in una partnership strategica globale firmata nel 2023, la partnership di più alto livello siglata dal Vietnam. Tuttavia, il noto appello populista di Trump potrebbe mettere il Vietnam in una posizione precaria. Le sue politiche “America First” danno priorità alla produzione interna e, nel suo primo mandato, il Messico ha affrontato pressioni in quanto percepito come “ladro di posti di lavoro”.
Il Vietnam, come il Messico, è un importante partner commerciale degli Stati Uniti e gli Stati Uniti rimangono il più grande mercato di esportazione del Vietnam. Infatti, dopo la Cina e il Messico, il Vietnam è il Paese con il terzo più grande surplus commerciale rispetto agli Stati Uniti. Un approccio eccessivamente protezionistico potrebbe ostacolare le esportazioni vietnamite e innescare controversie su queste eccedenze, rispecchiando le tensioni emerse con il Messico. Se Trump dovesse rivolgere la sua retorica verso il sud-est asiatico, la posizione vantaggiosa del Vietnam potrebbe diventare un’arma a doppio taglio.
Il Paese si trova a un crocevia strategico, e un approccio diplomatico attento è essenziale.
Il Vietnam dovrebbe evitare di attirare l’attenzione sul suo considerevole surplus commerciale con gli Stati Uniti. Un esempio da seguire è quello della Cina che si è sviluppata in modo discreto. Con l’aumento delle merci cinesi che transitano attraverso il Vietnam, spesso per aggirare le tariffe, a volte in base a regole di origine discutibili o addirittura con false etichette Made in Vietnam, il Vietnam deve muoversi con prudenza. Per evitare una reazione eccessivamente negativa da parte degli Stati Uniti, il Ministero dell’Industria e del Commercio del Vietnam (MoIT) sta lavorando attivamente per stabilire criteri più rigorosi per i prodotti di origine vietnamita. Queste linee guida potrebbero concentrarsi su beni realmente prodotti in Vietnam a partire da materie prime o trasformati attraverso lavorazioni sostanziali che ne alterino realmente la natura. I prodotti che subiscono solo procedimenti minimi potrebbero non essere più classificati come Made in Vietnam, segnando un cambiamento significativo. Questo potrebbe escludere molti beni di origine cinese che in Vietnam vengono semplicemente assemblati o confezionati, rendendo non più sufficiente una lavorazione superficiale per ottenere l’etichetta di origine vietnamita.
Il Vietnam deve continuare a posizionarsi come partner commerciale affidabile e garantire la trasparenza delle proprie pratiche commerciali. La reputazione del Vietnam come “amico” degli Stati Uniti, come Trump l’ha definito nella sua recente telefonata di congratulazioni con il leader del Partito Comunista del Vietnam To Lam, dovrebbe essere mantenuta attraverso un’apertura e una collaborazione costanti. Inoltre, la partecipazione del Vietnam alle organizzazioni regionali e internazionali può proteggere il Paese da potenziali contraccolpi populisti, mantenendo la sua immagine di nazione responsabile e cooperativa.
Un’opportunità valutata con cautela
Per il Vietnam, il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe inizialmente sembrare promettente, attraverso una rinnovata spinta agli investimenti e alla migrazione delle imprese dalla Cina. Deve però gestire strategicamente i suoi legami economici con gli Stati Uniti per evitare di diventare un bersaglio di politiche populiste. Finché il Vietnam continuerà a presentarsi come partner cooperativo e vantaggioso per gli Stati Uniti, trarrà notevole vantaggio dal mutevole panorama del commercio globale sotto l’amministrazione Trump.
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