Le opportunità di investimento in Vietnam nel 2017

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A cura dell’Italian Desk di Dezan Shira & Associates

Il 2016 si è rivelato un anno positivo per il Vietnam, che ha rafforzato la sua posizione di Paese emergente in ASEAN e di player a livello globale. Il calo del prezzo dei beni e dell’energia, unito ad una grave siccità durante la prima parte dell’anno, ha impedito al Vietnam di raggiungere l’obiettivo stabilito del 6,7 per cento di crescita del PIL, che si è attestato intorno al 6,2 per cento annuo, valore comunque superiore rispetto alla maggior parte dei Paesi confinanti.

Per il 2017 il Governo aspira a una crescita del 6,7 per cento del PIL, mentre negli anni successivi ci si aspetta che raggiunga il 7 per cento annuo, alimentato dall’aumento del commercio. Lo scorso anno il Vietnam ha firmato un accordo di libero scambio con l’Unione Europea (EVFTA) che, se ratificato quest’anno, entrerà in vigore nel 2018 comportando una quasi totale eliminazione progressiva delle barriere tariffarie. Nonostante la presidenza di Trump costituisca una battuta d’arresto, dovuta al ritiro degli Stati Uniti dal Partenariato Trans Pacifico (TPP), il Vietnam continua a diversificare i propri partner economici, con l’aumento dell’integrazione ASEAN, la proposta di un Accordo di Partenariato Economico Regionale (Regional Comprehensive Economic Partnership, RCEP – che comprende 3,4 miliardi di persone e che potrebbe diventare un’alternativa al TPP), e con l’EVFTA.

fta vietnam

Grazie alle politiche favorevoli, il Paese attrae sempre più investitori. Facendo seguito all’articolo dello scorso anno di Vietnam Briefing, analizzeremo il commercio del Vietnam nel 2016, cogliendo i trend e le opportunità per gli investitori stranieri nel 2017.

Scomposizione degli IDE nel 2016: cifre e partners

Nuovo record per gli IDE

La facilità con cui il Vietnam riesce ad attrarre Investimenti Diretti Esteri (IDE) ha permesso di registrare una crescita sostenuta negli ultimi anni, raggiungendo nel 2016 i USD 24,4 miliardi, che rappresenta un aumento del 7,1 per cento rispetto al 2015. Di questi, USD 15,1 miliardi sono stati indirizzati a 2.556 progetti di nuova registrazione, USD 5,76 miliardi a 1.225 progetti esistenti; gli investitori stranieri hanno inoltre acquistato partecipazioni per oltre USD 3,4 miliardi.

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Fonti degli IDE: investimenti Pan-Asiatici

La Corea del Sud è stata il maggiore investitore nel 2016, con USD 7 miliardi, principalmente grazie agli ingenti investimenti di LG. In totale oltre 95 Paesi hanno capitalizzato in Vietnam. La maggior parte degli investimenti proviene dall’Asia; l’unico Paese non asiatico tra i 10 maggior investitori sono le Isole Vergini Britanniche.

Vietnam FDI 2016 sources

Surplus commerciale nel 2016: UE e USA come destinazioni principali

Se ci si focalizza sul commercio internazionale, il Vietnam ha aumentato le sue esportazioni dell’8,6 per cento all’anno, in seguito alla crescita senza precedenti del 29 percento nel 2015. Il deficit commerciale del Paese è diventato un surplus di USD 2,7 miliardi nel 2016, il più alto negli ultimi sei anni. Con l’aumento del commercio (l’export ha totalizzato USD 176 miliardi, l’import USD 173) il rapporto export/PIL è intorno al 90 percento, uno dei più alti al mondo.

Le maggiori destinazioni dell’export vietnamita per il 2016 sono state gli Stati Uniti (21,8 per cento), UE (19,2 per cento), Cina (12,4 per cento) e ASEAN (6,2 per cento), mentre le importazioni provengono principalmente dalla Cina (28,7 per cento), dalla Corea del Sud (18,4 per cento), ASEAN (13,7 per cento) e Giappone (8,6 per cento).

Le esportazioni Italiane in Vietnam sono cresciute costantemente negli ultimi anni, in particolare dopo l’inizio delle negoziazioni dell’EVFTA. Nel 2016 il Vietnam ha importato dall’Italia soprattutto macchinari, materiali per l’industria tessile e prodotti farmaceutici, per un valore di USD 555 milioni, USD 210 milioni e USD 148 milioni rispettivamente.

Settori e zone

Il 2016 ha confermato il Vietnam come hub manifatturiero, con circa il 63,7 per cento degli IDE (pari a USD 15,5 miliardi) indirizzati al settore manifatturiero e produttivo. La vendita all’ingrosso di automobili e moto (7,8 per cento) e il mercato immobiliare (6,9 percento) sono rispettivamente secondi e terzi.

Ho Chi Minh City è stata la città che ha ricevuto più IDE, attraendo investimenti per un totale di USD 3,4 miliardi (14 per cento del totale degli IDE verso il Paese), mentre Hai Phong, Hanoi, Binh Duong e Dong Nai hanno ricevuto rispettivamente USD 3 USD 2,8, USD 2,4 e USD 2,2 miliardi.

2017: Nuove opportunità

Dopo anni di crescita sostenuta, il PIL pro-capite ha raggiunto circa i USD 2.215 alla fine del 2016, valore che rappresenta un aumento di USD 106 rispetto all’anno precedente. Il Governo ha stabilito come obiettivo il raggiungimento di USD 3.000 pro-capite entro il 2020. Nel Paese la classe media sta diventando sempre più numerosa e ha raggiunto i 16 milioni nel 2014 e, secondo studi del Boston Consulting Group, ci si aspetta che raddoppi fino ad arrivare a 33 milioni entro il 2020. Se si somma questo fattore ad una forza lavoro sempre più specializzata, un rallentamento nel futuro sembra improbabile.

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Il percorso di crescita del Vietnam è simile a quello cinese nello scorso decennio. Come già è accaduto in Cina, nuove opportunità emergono con l’aumentare della ricchezza della classe media. Pertanto, è questo il momento migliore per entrare nel mercato e sfruttare le opportunità presenti, derivanti dall’aumento dei consumi locali. L’ampia domanda di know-how straniero racchiude notevoli opportunità in alcuni settori, come quello dell’istruzione, della sanità, alimenti e bevande e nell’e-commerce. È però importante tenere a mente che, per alcuni settori, esistono restrizioni sugli IDE, oltre norme diverse per le importazioni e le esportazioni rispetto ad altri Paesi asiatici.

Nonostante la crescita del consumo interno, alcune aree necessitano ancora di ingenti investimenti per raggiungere gli standard regionali, soprattutto nelle infrastrutture. Un esempio è il traffico intenso di Ho Chi Minh City, che le autorità locali ambiscono a migliorare al più presto. Anche il settore dell’energia rinnovabile presenta un enorme potenziale e ci si aspetta che venga sviluppato in un futuro prossimo. Questi tipi di progetti sono spesso aperto a contributi da parte di privati attraverso i Partenariati Pubblici-Privati, che permettono una continua cooperazione con istituti pubblici.

Ad ogni modo, il Vietnam è oggi riconosciuto a livello globale soprattutto come centro manifatturiero. Mentre i salari in Cina crescono al punto da spingere gli investitori a prendere in considerazione il trasferimento di parte della produzione in altre aree, in Vietnam il costo del lavoro rimane più competitivo, con un salario minimo tra i VND 2.580.000 e i VND 3.750.000 (US$113 – US$ 165) a seconda della regione. Il vantaggio competitivo del Paese è la sua apertura: oltre all’integrazione con ASEAN e ai relativi Accordi di Libero Scambio (FTA – dall’inglese Free Trade Agreement), il già menzionato EVFTA gli permette di approfondire il legame con il suo maggiore partner commerciale al di fuori dell’Asia. Inoltre, in seguito alla decisione degli Stati Uniti di recedere dal TPP, il Vietnam sembra aver spostato la sua attenzione verso il RCEP. Grazie a questa scelta ci si aspetta un continuo flusso di investimenti verso il Paese, soprattutto nella produzione elettronica e nell’abbigliamento.

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Per aprire nuovi stabilimenti in Vietnam è necessaria una conoscenza approfondita delle diverse regioni: esistono infatti zone economiche speciali che offrono incentivi agli investitori stranieri – e scegliere la giusta location può risultare in esenzioni fiscali significative. Un esempio è rappresentato dalle imprese che operano nell’ambito della lavorazione per esportazione: stabilite all’interno di export processing zones, esse sono esenti dal pagamento di dazi doganali e IVA sulle esportazioni.

Fare impresa facilmente

La prospettiva economica del Vietnam è incoraggiante: il Paese si posiziona 82esimo su 190 Stati nella classifica Ease of Doing Business, stilata dalla Banca Mondiale, guadagnando nove posizioni rispetto al 2016 – nonostante esistano ancora ampi margini di miglioramento. Questo traguardo può essere attribuito all’impegno del Governo che, oltre a incoraggiare gli FTA, sta lentamente privatizzando alcune imprese pubbliche nazionali. Secondo un recente studio della società Baker McKenzie, l’attività legata alle offerte pubbliche nazionali crescerà costantemente nei prossimi anni, partendo dai USD 172 milioni del 2016 fino ad arrivare a USD 948 milioni nel 2019. Dal 2015 circa 170 società sono state privatizzate e questo trend è destinato a continuare nei prossimi anni. Un esempio è costituito da Sabeco, produttore di birra con un valore di circa USD 2 miliardi, che verrà privatizzata nel 2017, seguita da altre grandi imprese pubbliche.

Questo contesto economico offre numerose opportunità agli investitori stranieri, che devono però essere consapevoli delle difficoltà che si incontrano operando in Vietnam per attenersi alle regolamentazioni. A causa del rapido sviluppo sperimentato, le norme interne sono aggiornate frequentemente ed è fondamentale rimanere al passo. Bisogna notare però che le nuove norme sono spesso finalizzate ad incoraggiare gli IDE e danno nuove ragioni agli investitori per scegliere il Paese come destinazione dei loro investimenti, come è avvenuto negli scorsi anni.


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